ROCCA (Rivista della Pro Civitate Christiana – Assisi – Anno 83°)

1 Gennaio 2024

di Stefano Zecchi

« … la significativa espressione di Italo Mancini il quale, in un intervento in occasione del decimo anniversario della morte, afferma che ‘Aldo Moro fu il più pio e il più laico degli uomini politici’. I termini ‘pio’ e ‘laico’, infatti, attribuiti alla stessa persona apparirebbero una sorta di ossimoro». Questa testimonianza su Aldo Moro è tratta dal prezioso libro di Giancarlo Loffarelli, scrittore e regista, «La spiritualità di Aldo Moro», un testo che ripercorre un periodo della vita dello statista che non era mai stato analizzato. Ripercorrendo le lettere dalla prigionia, Loffarelli definisce cosa si deve intendere per spiritualità e analizza il percorso di formazione dello statista pugliese. In queste pagine si scopre l’inquietudine e la complessità di un uomo che ha orientato la sua vita illuminata dalla fede in Cristo. Un politico integro, non integralista, che l’autore ci fa scoprire e ci dona l’aspetto intimo di un uomo poco conosciuto alle cronache. Com’è poco conosciuto «il libro che Aldo Moro stava leggendo in quei giorni così concitati era stato scritto qualche anno prima da Jurgen Moltmann, un teologo evangelico tedesco, e s’intitolava ‘Il Dio crocifisso’ ». « La croce non è amata, né può esserlo. E tuttavia soltanto il Crocifisso procura una libertà capace di trasformare il mondo, perché essa non teme più la morte». Il calvario per Aldo Moro, mentre leggeva queste parole, si stava avvicinando.

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